Ho ricevuto questo albo proprio un mese dopo aver scoperto di essere incinta.
Ero in preda a nausee e vomiti. Facevo fatica (a dire la verità ne faccio ancora) a capire bene cosa mi stesse succedendo.
Per anni mi sono immedesimata nelle mamme dei miei alunni e dei miei amici, ho cercato di ascoltarle il più possibile. Tante mi hanno raccontato le loro difficoltà, hanno chiesto un aiuto (che tentativamente ho provato a offrirgli, così come potevo) mi hanno raccontato piangendo drammi e gioie, mi hanno confidato speranze e cose bellissime che hanno visto nei loro bambini.
Ora, dopo averne ascoltate e sentite così tante, vi devo confidare che non penso di essere minimamente all’altezza di nessuna di loro. Non si nasce genitori e purtroppo non esiste un manuale o un modello. Bisogna imparare alla vecchia maniera: facendo, sbagliando, cadendo… E rialzandosi.
E proprio come per il bambino, che cade e si rialza mille e mille volte finché non ha imparato, a volte anche con qualche pianto se la caduta è stata un po’ più dura del previsto, ma senza mai desistere, quello che ci spinge a continuare è la promessa di quello che si sta conquistando (nel caso del bimbo l’autonomia negli spostamenti e la possibilità di esplorare e scoprire tante cose nuove, nel caso di un genitore la costruzione del legame più profondo che possa esistere tra due esseri umani).
Questo libro mi ha commossa proprio perché, invece di focalizzarsi su come poter essere la madre migliore del mondo, sposta l’attenzione su quello che può essere lo scambio che avviene tra madre e bambino (e finalmente con questa nuova prospettiva ricomincio un po’ a respirare… Alleggerita, anche se solo per un attimo, dall’ansia da prestazione e dalla consapevolezza dell’enorme responsabilità che su di me grava).
Pensi di dover rinunciare a qualcosa, di dover far spazio, smussare angoli (sia fisici che virtuali) per accogliere il nuovo… Sei lì a calcolare aree e superfici quando invece la partita si gioca tutta in un rapporto di amore, per cui non si conta ciò che si dà con ciò che si riceve (un po’ come quando ti insegnano che mele e banane fanno parte di due insiemi diversi e non puoi fare addizioni e sottrazioni tra loro). È semplicemente un rapporto d’amore (e un altro respiro).
“Ogni volta che ti guardo, sei tu che mi apri gli occhi. … Ogni volta che ti nascondi e poi ti trovo, sei tu che mi mostri dove sono e perché. … Ogni volta che ti nutri, sei tu che mi fai crescere.”
Consiglio questo albo a tutte le neo-mamme e i neo-papà e a quei genitori che spesso si trovano a vivere in apnea, per riscoprire la bellezza e l’essenza di questa esperienza incredibile che è l’essere genitore.
No Comments