Paola ha una famiglia speciale: due gemelle fantastiche ma con una sindrome che le faceva entrare e uscire dagli ospedali.
Come tutte le mamme, si è domandata come poteva essere di aiuto alle sue piccole per affrontare i momenti di paura e di timore che vivevano, impresa resa ancora più ardua dal fatto che le sue bambine non parlavano.
Eppure, anche se non parlavano, le sue bambine volevano comunicare e allora Paola ha imparato la CAA (acronimo che sta per Comunicazione Alternativa Aumentativa): un approccio che si propone di offrire una modalità alternativa a chi, oltre ad essere escluso dalla comunicazione verbale e orale a causa di patologie congenite o acquisite presenta anche deficit cognitivi, più o meno severi.
Usando questo “linguaggio” fatto di disegni e piastrelline hanno finalmente trovato un modo per comunicare le loro necessità o desideri indicando ad esempio se volevano andare in piscina o a fare le merenda…
Ma Paola non si è fermata qui, ha deciso di scrivere tre libri utilizzando questo linguaggio perché potessero affrontare i momenti più difficili. Uno, appunto, sull’ospedale e due per i quei momenti in cui si cambia la routine (come quando si va al mare o in montagna) aiutandole a prevedere quello che accadrà e quindi diminuendo il disagio e lo stress che avrebbero potuto causare.

La cosa che più mi ha commosso, è il gesto di solidarietà e di generosità che l’ha spinta a pubblicare i libri (li ha fatti illustrare per poi pubblicarli su Amazon) per poter aiutare anche le altre mamme nella sua stessa situazione piuttosto che limitarsi ad utilizzare i libri da lei ideati solo con le sue figlie.
E proprio vero che quando uno incontra qualcosa di buono, la dinamica umana più naturale è quella di condividerlo con il mondo.
I libretti in Caa sono pubblicati e tradotti anche da tante case editrici come @erikson e @uovonero. Se volete approfondire come si usano anche nella scuola dell’infanzia e al nido, potete guardare la diretta che io e @psicomotrimamma abbiamo fatto proprio su questo tema.
Io ho testato quelli di @paolaguerra sulla mia nipotina Tecla di 2 anni e devo dire che ha capito subito come funzionava il gioco e ha voluto leggerli “ANCOA-ANCORA-ANCOA”.
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