L’altro giorno passeggiavo nell’orto comunale vicino a casa mia, e mi sono imbattuta in una classe (sarà stata una seconda elementare) con bambini meravigliosi che correvano da una parte all’altra e una maestra che paziente ne seguiva un piccolo gruppetto.
Ammetto che mi è salita una grande nostalgia!
Nostalgia di quando anche io portavo i miei alunni nell’orto e potevo godere delle loro facce entusiaste nel poter piantare un semino o nel veder crescere, dopo 4 settimane, la radice dei rapanelli…
Ho sempre pensato, infatti, che i lavori manuali e artigianali (come l’apicoltore, il pasticciere, l’agricoltore, ma anche il vasaio…) abbiano una “soddisfazione finale”, che nei lavori come il mio invece sembra non esserci mai: il prodotto, la riuscita, il poter godere della bellezza di ciò che insieme alla natura si è creato.
L’agricoltore in particolare è quello che mi colpisce di più perché cura e basta: il lavoro grosso la fa la natura.


Questa è anche la bellezza che traspare dal libro “Il mio semino dove lo metto?”, scritto e illustrato da @aurorepetit e @thierryheunink ed edito da @terredimezzo.
Dopo una breve parte introduttiva sulla frutta e verdura di stagione, gli attrezzi, i semi, i fiori e su come le piante si proteggano a vicenda, si entra proprio nello specifico di quando e come piantare e coltivare (ravanelli, limone, basilico, fragole… ce n’è per tutti i gusti!).
Accompagnato anche da piccole curiosità o ricette e da un glossario finale, è il libro che io regalerei a ogni alunno quando, nel mese di primavera, si va nell’orto insieme.
Sono certa che dopo la lettura di questo meraviglioso libro nasceranno tanti piccoli contadini milanesi da balcone! 🥰👨🌾
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