0
Famiglia

Uno in più

Uno in più

Maestra, sai che mi arriva un fratellino?

Che bello! E cosa sogni di fare con lui/lei

Quando uno dei miei alunni mi preannuncia la nascita di un fratellino, evito sempre di chiedergli se è felice.

Se conoscete un po’ i bambini e navigate da tempo nelle librerie, scoprirete che il 99% dei libri per bambini sul tema “fratellino/sorellina in arrivo” si dividono in due grandi categorie: i libri sulla gelosia, che – quasi per antonomasia – pensano che parlare al nascituro aiuti, o i libri sdolcinati e mielosi che vedono la nuova creaturina come un piccolo angelo caduto dal Cielo.

Come sempre, invece, la realtà non è mai o bianca o nera e anche quella dei bambini comprende il bellissimo color grigio.


Nel libro “Uno in più” un adorabile coniglietto ha avuto un’indicazione molto precisa dalla mamma: 

Uno in più
Le nuvole sono pesantissime

Uno in più
Le nuvole sono pesantissime

Un giorno il coniglietto osserva bene la sua mamma:

-Mamma, ti vedo più tonda. Credo che avrai un cucciolo!
-Be’, sì, fra poco saremo uno in più.
-E quando nascerà?
-Quando non riuscirò più a vedermi i piedi.

Come tutti i bambini si fida ciecamente della sua mamma e la ascolta. Ma, con la tipica insistenza dei bambini, non vede l’ora che il fratellino arrivi e sogna di quando potrà giocare con lui (o lei).

Ed è qui che sta la bellezza di questo libro: focalizzarsi sugli aspetti positivi piuttosto che sui potenziali “pericoli”.

Piuttosto che sviscerare lo spauracchio della mamma che non avrà più tempo per il primogenito perché dovrà prendersi cura del secondo arrivato, fare proclami su quanto l’amore materno non sia una fonte esauribile soggetta a divisione in caso di moltiplicazione dei figli, si preferisce spostare il pensiero su ciò che di positivo ci sarà, su quei bellissimi momenti di condivisione e di gioco che potranno sperimentare, che (a mio parere) è sempre il miglior approccio.


Del resto non siamo così anche noi adulti? Quando abbiamo paura di un evento incognito che dovrà accadere, ci tranquillizza di più qualcuno che ci dice un generico “non succederà niente di brutto” o pensare alle cose positive e concrete che sicuramente ne verranno?

Niente mielosotá o incubi freudiani, ma un semplice sguardo al positivo, per questo il libro mi ha conquistata!

You Might Also Like

No Comments

Leave a Reply