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Sua altezza poltiglia principessa di fango

Copertina

Se andate in libreria, vi accorgerete subito di quanti libri sulla rabbia vengono pubblicati ogni mese. Libri che tematizzano la rabbia, la analizzano e, spesso, propongono soluzioni per sbarazzarsene.

Il nuovo albo di Beatrice Alemagna, pur affrontando lo stesso tema, non cade nel solito rischio di molti titoli simili: essere didascalico e rivolto più alle coscienze dei genitori che agli occhi dei bambini.
No. Questo è un libro PER BAMBINI.
E proverò a raccontarvi brevemente perché mi ha conquistata così tanto.

È la storia di Yuki, una bambina (probabilmente giapponese), che racconta in prima persona cosa le accade in un giorno di neve, tornando da scuola.

Fin dalle prime pagine si presenta così com’è: piena di rabbia e di cattiveria.
Attraverso piccoli dettagli — e soprattutto grazie alle illustrazioni, che dialogano magnificamente con il testo — capiamo che queste sue caratteristiche non sono affatto apprezzate dal fratello maggiore, che “non le vuole per niente bene”.
Come capita anche a noi, quando facciamo cose assurde senza sapere bene il perché, Yuki lascia cadere le chiavi di casa in un tombino.

Da qui parte un viaggio sotterraneo, insieme a un personaggio straordinario: Sua Altezza Poltiglia, regina del Fango.
Come ogni viaggio iniziatico, anche quello di Yuki è necessario per crescere, e ci fa scoprire qualcosa in più di noi stessi.
Quel grumo vischioso cresce con la cattiveria della bambina, e attraversarlo è inevitabile (come non pensare a I mostri selvaggi di Sendak?).
Durante il cammino, Yuki incontra “i caccoli”, che rappresentano il senso di colpa. Sono loro a rafforzare ancora di più Sua Altezza Poltiglia.
E quel groviglio di rabbia, cattiveria e male in cui, prima o poi, finiamo tutti… quando si sgretola?
Solo alla fine.
E non vi svelo come.
Vi anticipo solo che, per me, è rivoluzionario.

Ancora una volta, Beatrice — attraverso le metafore e il linguaggio dell’illustrazione — riesce a dirci molto di più di quanto crediamo di sapere su noi stessi e su quella “poltiglia”, quel caos interiore che ci attraversa tutti.
Quello che mi colpisce sempre nei libri della Alemagna è la pace che regalano, soprattutto nei finali: sa chiuderli in modo impeccabile, lasciando l’ultima parola al lettore, senza però lasciare nulla in sospeso.

Una meraviglia, dai 3 ai 100 anni, da non perdere.

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