“Maestra, Pietrino non vuole farmi giocare con lui!”
Di che cosa sono fatti i muri? Solitamente pensiamo a mattoni, cemento, pietre. Ma ci sono anche muri d’acqua, muri di siepi, muri di cinta… E poi ci siamo noi. Sì, a volte possiamo diventare noi stessi un muro, come ci mostra fin dalle prime pagine questo albo francese, illustrato con i tratti acquerellati e bambini-centrici tipici del grande Barroux.
Può anche accadere che un muro si metta in mezzo tra le persone. E quello sì, può diventare davvero un bel problema. Ci troviamo davanti a una scelta difficile. Ci sembra ingiusto, ci sentiamo bloccati. Gli altri, dall’altra parte del muro, ci osservano, ci giudicano… e noi rimaniamo fermi, incapaci di superare quella distanza.
A volte il muro diventa persino la fortezza di qualcuno: “È mio!” dice il costruttore. E allora, come uscirne? Iniziando a rendere ancora più bello ciò che prima era solo tuo. Con il coraggio di farsi avanti, nonostante la chiusura dell’altro, si può ripartire e tornare a condividere.
Questo libro affronta il tema del muro da tre punti di vista: il muro fisico, il muro affettivo e il muro che divide ciò che è mio da ciò che è tuo. Tre modi di leggere un’unica realtà, che i bambini conoscono molto bene.
Potrebbe rischiare di essere un libro didascalico, che tenta di spiegare alcuni concetti affettivi in modo esplicito. Ma, a mio parere, questo rischio viene evitato grazie al geniale Barroux che, con le sue illustrazioni essenziali ma piene di senso, dice molto di più di quanto le parole provano a spiegare.
Lo consiglio proprio per questo: è un albo che si presta a una metariflessione (o metacognizione, ovvero una riflessione sui nostri pensieri) per i bambini della primaria. Noi, che muri conosciamo? Dove li vediamo intorno a noi? Lasciamo aperte queste domande e seguiamo i bambini nelle loro risposte. Non spaventiamoci delle nuove strade che, anche grazie a questo libro, potremmo iniziare a percorrere insieme.



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