Vi ho parlato diverse volte dei libri proposti dalla casa editrice @itaca. Essendo una casa editrice di stampo Cattolico, i loro libri spesso parlano di Gesù.
Come Zacchero (se vi siete persi la recensione potete andarla a ripescare nel link in bio), però, anche questo libro non è il classico libro “da catechismo”.
Il suo messaggio, infatti, va oltre la narrazione pura e semplice dell’episodio evangelico per affrontare temi esistenziali e sentiti da tutti (non solo dai Cattolici o dai credenti di qualsiasi altra religione.
Nel libro “L’uccellino e lo spaventapasseri”, viene trattato il tema dell’amicizia in maniera così bella che davvero lo consiglierei soprattutto a quei bambini che si fanno delle “grandi” domande sull’amicizia – perché a volte le domande più semplici, come quelle dei bambini, sono anche le più grandi (io ho avuto la fortuna di incontrarne alcuni che, seppur piccoli, avevano già delle domande profondissime, simili alle mie. Che spettacolo!).
Chi è VERAMENTE mio amico?
Chi gioca solo con me? Chi mi serve? Chi mi dice quello che voglio? Chi fa quello che voglio?
In questo libro si parla dell’Amicizia – quella con la A maiuscola – ed in particolare del rapporto di preferenza (che bello essere oggetto di preferenza da parte di un altro! È un sentimento talmente gratuito – perché, se vero, non è condizionato da ciò che facciamo o che siamo – un abbraccio talmente totale che non si può non restarne profondamente commossi).
Uno spaventapasseri bruttissimo e un canarino cieco, proprio per questa loro condizione, diventano amici, grazie anche al contributo di un attento contadino.
Così, quando una notte lo spaventapasseri incontra Gesù, come prima preoccupazione ha proprio quella che l’amico canarino possa riavere la vista, anche se questo significherà perderlo.


Il canarino riacquista così la vista ma con essa vede anche per la prima volta tutta la spaventosità dell’amico. Allora, pur di non perdere quel rapporto, il canarino fa di tutto, anche chiedere di perdere nuovamente la vista, pur di non dover abbandonare l’amico.
Insomma, voler bene, voler il VERO bene dell’altro vuol dire saper fare un passo indietro rispetto a quello che è il proprio interesse immediato, vuol dire sacrificarsi, vuol dire rinunciare a qualcosa per il Bene dell’altro. E davanti a Gesù si chiedono sempre le cose più vere.
Con un finale a sorpresa Gesù, vedendo il desiderio buono che viene dal cuore di entrambi, riuscirà a compiere l’inaspettato ancora una volta, e sarà così felice di quello che ha visto accadere nelle sue “creature” che desidererà stare con loro anche lui per sempre e li vorrà con Lui un giorno in paradiso.
Consiglio questo dai 4-5 anni in poi.
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