Maestra, lui mi ha detto che sono sce***oooooo
Solitamente questa frase è accompagnata da qualcuno dei miei pulcini in lacrime o con la tipica smorfia fanciullesca dei “labbroni”.
I bambini che ricevono queste parole piangono perché alcune parole fanno male.
“….non rimangono mai sospese…
Cadono sempre…
Cadono sulla testa della gente e ci rimangono per sempre…
É inutile far finta di niente tanto le parole sono più forti”.
Quando sentiamo “gli insulti” che si fanno i bambini spesso ci viene da sorridere (puzzone, caccone in alcuni periodi sono all’ordine del giorno). Ma, se proviamo ad immedesimarci in loro, capiamo perfettamente il dolore che si prova quando si ricevono parole poco gentili: ci si sente quella definizione, si continua a pensare che forse é vero, forse si é davvero “ciccioni, acciughe, asini….”.
I nomignoli poi hanno la brutta abitudine di appiccicarsi come la marmellata. All’inizio è solo un gioco, ci si ride insieme (anche se, dentro di noi, sentiamo un tonfo e il cric crac della piccola crepa che comincia a formarsi), magari a denti stretti. Poi ci accorgiamo che quella parola continua a tornare e tornare, sempre su di noi, e cominciamo a vacillare… E più vacilliamo e più lei torna, ci entra dentro, fino a identificarci con quella definizione, e tutto diventa grigio.
Ci si rinchiude, si pensa solo alla pochezza di sé e si fatica ad apprezzare le cose belle che continuano ad accadere, perchè non sono più così luminose. Anche loro sono state coperte, da quella patina grigia.


Ma può accedere un piccolo miracolo: una parola gentile.
Un “mi dispiace…scusa…” che fatica a uscire, che si sente nello stomaco e che quando viene detto, però, genera una liberazione senza uguali. Perché quando ci si accorge del proprio male (e i bambini lo sanno il peso di quella parola che hanno detto, forse anche un po’ per difesa, attaccare per non essere attaccati) il desiderio più grande che si accende solitamente subito dopo é quello del perdono.
Si capisce così che esistono parole gentili, parole belle che hanno un potere speciale
“Tornano indietro e ti fanno sentire così bene che non ne potrai più fare a meno”.
Il potere delle parole, libro pubblicato da Pulce Edizioni, é così bello che non può mancare nella libreria di nessun bambino (e anche di noi adulti). Io l’ho usato con mio marito per chiedergli scusa per una brutta definizione che gli avevo affibbiato.
Il testo di questo albo è stato scritto all’interno dei corsi di Bottega Finzioni, un luogo pieno di storie che aspettano di essere raccontate, e che si ispira alle botteghe rinascimentali dove si lavora insieme, allievi e maestri, al materiale vivo delle narrazioni.
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